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L'attimo fuggente (1989) |
Narrazione ed educazione. La situazione di contraddittorietà che segna l’adolescenza, età di mezzo fra il desiderio di emancipazione dalla famiglia e la reale dipendenza da essa, trova da sempre un perfetto mezzo espressivo nel cinema. Dai tempi di Chaplin, Il monello (1921), e di James Dean, Gioventù bruciata (1959), l’occhio della cinepresa ha indugiato sulla stagione della vita più intensa e affannosa, proiettandone sul grande schermo le storie, i sogni, i dolori e le difficoltà. In questa direzione, il cinema svolge la doppia funzione di rappresentare una narrazione sull’adolescenza e di rivolgersi ai protagonisti stessi dei suoi racconti. Si potrebbe dire che il rapporto fra cinema e adolescenza può essere visto da due angolazioni: l’una, che attiene alla produzione cinematografica che ha per soggetto l’adolescenza; l’altra, che riguarda l’educazione degli adolescenti al cinema.