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Pier Paolo Pasolini |
Grazie a questa predisposizione naturale al “raccontare” ed “essere raccontata”, la Bibbia è divenuta presto oggetto d’interesse da parte del cinema. Per ragioni che probabilmente attengono alla necessità di nobilitare la nuova arte appena nata, già il cinema francese dei primi anni si ispira al racconto biblico producendo diverse pellicole tra le quali Passion Lumière (1897) di Georges Hatot, Christ marchant sur les eaux (1899) di George Méliès o Les Reomords des Judas (1909) di Henri Lavedan. Da quel momento iniziale, il cinema si appropria della Bibbia e la riproduce sul grande schermo in modo eterogeneo, spogliandola del valore simbolico e del messaggio inscritto nel testo o vivificandola nel significato profondo che la Scrittura serba e disvela. Semplificando la produzione cinematografica di tema biblico, si può effettuare una classificazione che serva al caso specifico differenziando due filoni principali di film: quelli di esplicito richiamo alla narrazione della Bibbia e quelli che si ispirano ad essa in maniera non diretta.