martedì 6 dicembre 2011

Un passo in avanti. Intervista con don Giuseppe Costa

Don Giuseppe Costa
"In Italia, il libro religioso ha sempre seguito un percorso singolare. Quando le facoltà statali di teologia furono abolite nel corso dell'Ottocento, si sono aperte delle librerie religiose che commerciavano quasi esclusivamente testi liturgici e ancora oggi, in quelle laiche, è possibile trovare soltanto pochi libri di carattere religioso". In occasione della pubblicazione del saggio "Editoria, media e religione" edito dalla Libreria editrice vaticana (Lev), il SIR ha incontrato don Giuseppe Costa, direttore della Lev e curatore del volume, per riflettere sul momento che il libro religioso sta vivendo in Italia. "L'idea di un testo dedicato al rapporto tra editoria, media e religione nasce da un'osservazione di base: la centralità che il problema religioso ha assunto nel dibattito culturale. Da questo interesse - sottolinea don Costa - è nata la volontà di raccogliere i libri religiosi che hanno fatto storia, rivoluzione e cambiamento dall'epoca di Gutenberg ad oggi. Una storia dell'editoria ricostruita attraverso il libro religioso, visto come risposta alle istanze riformatrici di ogni epoca. Questa riflessione iniziale è stata poi estesa agli altri strumenti mediatici, cogliendo lo specifico di ciascuno di essi".

Don Costa, quali sono le caratteristiche del linguaggio religioso?

"Il linguaggio religioso rientra nei sottosistemi del linguaggio generale. È parlato dagli addetti ai lavori ma possiede anche una collocazione specifica all'interno del contesto linguistico. Pur essendo settoriale, non si può dimenticare la sedimentazione nel tempo e il radicamento nei riti e nelle singole coscienze. Come linguaggio legato ad un sottosistema, ha bisogno di essere studiato e usato correttamente. Come sottosistema di un linguaggio più generale, ha bisogno di essere ricollocato e interpretato alla luce delle caratteristiche che lo contraddistinguono. In ottica epistemologica, poi, è necessario valutare lo specifico di ogni medium: il blog religioso, ad esempio, è diverso da un diario spirituale scritto nel silenzio della propria camera".


Che formazione deve avere chi lavora nei media cattolici?

"Dalla complessità del fenomeno religioso deriva la necessità di una preparazione approfondita e pluridisciplinare per gli operatori della comunicazione impegnati nell'ambito dell'informazione. Nasce così l'urgenza di una formazione solida e complessa, in linea con le peculiarità del linguaggio stesso. Da qui l'esigenza di conoscere la filosofia, il simbolo, la storia, la sociologia, la letteratura. Chi fa informazione religiosa non può prescindere da un background culturale che comprenda studi teologici, ecclesiologici e linguistici. È importante superare la concezione che sia sufficiente avere un'infarinatura generale da vecchio catechismo di paese. Non è possibile interpretare un fenomeno religioso, infatti, senza possedere le categorie e gli strumenti necessari per approcciare un universo simbolico tanto articolato".

L'editoria gioca un ruolo di primo piano nel panorama culturale. Che situazione vive oggi il libro religioso?

"Benedetto XVI ha portato un cambiamento significativo dal punto di vista culturale: con i suoi libri e le sue encicliche, seguiti dai lettori e posizionati nei primi posti delle classifiche, il Papa ha costretto le librerie laiche a vendere i suoi scritti. E dietro ai volumi del Pontefice, stanno venendo fuori altre pubblicazioni che richiamano l'attenzione delle librerie laiche. In questo senso si sta aprendo una prospettiva interessante per il futuro, sebbene siamo ancora agli inizi. Anche nell'ultima Fiera di Francoforte, uno dei temi centrali è stato quello legato alla dimensione religiosa. Molti editori si stanno avvicinando al libro di carattere religioso, inserendo diversi titoli in catalogo. Questo passo in avanti è stato reso possibile grazie al fatto che il libro di religione ha ampliato il proprio orizzonte esplorativo, non coincidendo più con la sola liturgia ma allargando lo sguardo al rapporto con la fede, il linguaggio, la società e l'attualità. Un simile spostamento dei confini ha favorito la diffusione del libro. La Lev è stata tra le promotrici di questa nuova tendenza, avvantaggiandosi con la vendita dei diritti del Papa che hanno agevolato il contatto con gli altri editori".

Pubblicato in: Sir Italia n.76 del 06 novembre 2009

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